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LA SCUOLA DELLE MOGLI
Cultura e Turismo
- Circolare n. 46/2014
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Il Cad Bam propone a tutti i Soci una serata a noi dedicata in esclusiva per la rappresentazione teatrale
LA SCUOLA DELLE MOGLI
di Molière
Traduzione di Luigi Lunari
Regia di
Mario Zolin
Venerdì 19 dicembre 2014
Mantova - Teatrino di Palazzo d’Arco ore 20.45

L'OPERA
“L’Ecole des Femmes” (La scuola delle mogli) andò in
scena la prima volta il 26 dicembre 1662 al Palais
Rojale di Parigi. “Se sposo un’oca è per non essere
fatto becco”, dice Arnolfo a Crisalda, la voce della
ragione.
Arnolfo è un uomo celibe, benestante, che
incarna la vanità del borghese che vuole apparire
nobile. Per lui la disgrazia peggiore per un uomo è
quella di essere tradito dalla propria moglie. Avendo
deciso di sposarsi, è dunque ossessionato dall’idea che
possa capitare anche a lui. È convinto che solo la donna
educata, istruita, economicamente indipendente sia in
grado di tradire e per questo vuole sposare una giovane
semplice e ingenua, allevata in un convento. La sua
tranquillità e la sua sicurezza sono però destinate a
sgretolarsi pian piano… L’amore va oltre ogni
ragionamento e l’istinto insegna ciò che non è stato
insegnato. Questa è la scuola delle mogli o, più
genericamente, delle donne! La commedia è una critica
dell’alta società francese del XVII sec., dove la donna,
soprattutto nel matrimonio governato dall’autorità del
capo famiglia, era completamente soggetta all’uomo, ma
spesso si concedeva delle “evasioni”. Ma siamo sicuri
che questo lavoro sia solo un quadro d’epoca? Anche oggi
il tradimento è uno dei fantasmi che agitano la mente
maschile e anche oggi è collegato all’emancipazione
femminile e alla gelosia dovuta alla concezione
dell’amore come possesso della donna.
Non se ne
discute più liberamente come nei salotti parigini del
XVII sec., ma piuttosto si sceglie la via del gossip o
del silenzio che porta alla violenza e molto spesso alla
tragedia. Si può dunque dire che, come tutti i classici,
“La scuola delle donne” trascende il tempo della sua
scrittura e può avere ancora qualcosa da dire.
L'AUTORE
Jean Baptiste Poquelin (in arte Molière) era figlio di un ricco commerciante che avrebbe voluto farne un avvocato. Molière, invece, era irresistibilmente attratto dal teatro.
Nel 1643 lasciò la famiglia, fondò la compagnia dell’Illustre Theatre e girò la provincia francese con alterna fortuna. Il successo arrivò dal 1658 in poi, dopo essersi attirato la simpatia e la protezione di Luigi XIV, che apprezzava molto la sua arte. Di tale favore si fece forza per attaccare dalla scena gli aspetti più detestabili della società a lui contemporanea: la trionfante ipocrisia, la falsa pietà religiosa, i vuoti snobismi intellettuali.
Naturalmente si attirò l’odio di nemici potenti, ma non abbandonò mai il suo teatro e morì in scena nel 1673 durante la rappresentazione del Malato Immaginario.
Anche se nelle sue opere non è evidente un intento moraleggiante, il giudizio di Molière sulla società del tempo è negativo e da qui nasce la sua comicità, che lascia sempre trasparire un velo d’amarezza. In Molière la risata è anche la chiave per scoprire tante verità.
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